Un felice Natale

Un felice Natale

23 Dicembre 2011 6 di Caterina

Voglio saltare a piè pari questo merdoso periodo natalizio.

Mi fa schifo.
La frenesia, il traffico, i sorrisi forzati, i cibi ingozzati, i bimbi viziati.

Mi fa schifo.
Non me ne frega niente di vacanze e cazzeggio. Io voglio le mie belle settimane di lavoro, dal lunedì al venerdì, con le serate che ho avuto sin qui. E poi i weekend, esattamente come li ho trascorsi negli ultimi mesi.
 E invece mi tocca un inutile periodo di inutili parole e inutili mangiate.

Mirabile esempio di tutto ciò è sentirsi apostrofare in ogni dove con smelensi: “Auguriiiiiii!!!”
Ma auguri de che? Io manco te conosco!

Già li vedo: tutti rideranno e scarteranno i regali e che bello magnà, ruttà, vomità… E vuoi un’altra fetta di pandoro?
No, è burro fuso, il pandoro. E’ un insensato dolce del nord. In un Paese in cui abbiamo la Sicilia e la Campania, noi esportiamo i dolci del nord. Questo per dire l’idiozia di una nazione.

“E giochiamo a carte, ti va?”
Con quali soldi, genio del male?

“E viaggiamo! Natale Fuori! Capodanno Fuori! Epifania fuori!”
Con quali soldi, genio perverso del male?

Fa freddo, ma io prendo il motorino.
“Non farlo, ché poi t’ammali”
Gufo infame, vacci tu nel traffico romano, tra mamme isteriche e cafoni arroganti. Vacci tu a cercare un parcheggio nel Regno Imperituro Della Terza Fila Ché La Doppia E’ Occupata.

Datemi il 9 gennaio.
Datemi la mia vita banale.
Datemi la mia casetta e i miei sogni senza scarpe.
Una settimana di lavoro e le serate col minestrone.

Che colpa ne ho io, se la vostra vita è così spiacevole da trovarvi ad esultare per due settimane di nevrosi collettiva?

E le chiamate pure “Feste”.

 

Anna Eva Laertici