Bene, grazie

Bene, grazie

11 Giugno 2024 2 di Caterina

Da circa un paio d’anni ho preso la decisione di rispondere “bene, grazie” a chiunque mi chieda come sto. Non sorrido garbata, non sprizzo gioia ed entusiasmo, non alzo il sopracciglio ironica, non mostro tristezza. Proferisco quel “bene, grazie” con tono monocorde, sguardo sereno, postura posata, ferma, che non ammette repliche.

Nessuno regge un “Ma insomma, ‘na mezza schifezza”.

C’è chi deve fare a gara con te e tu vorresti che vincesse, dire un “ahò, sì, è vero, scusa, fa più schifo la tua vita” ma poi chi vuole competere di solito è chi si lamenta dell’unghia rotta con chi non ha una gamba.

Nessuno regge un “Malissimo, non sai che mi sta succedendo”.

C’è il professore che deve ricordarti che in Africa i bambini muoiono di fame, di violenze, di epidemie. A quel punto tu devi immediatamente correggerti in “beh, ma se la metti così è ovvio che io stia bene, grazie” e maledici il perché non avevi subito detto “bene, grazie” senza farti aprire finestre sul mondo. Mondo che, per altro, di solito tu – appassionata di politica, di relazioni internazionali, di storia – conosci cento volte meglio del tuo interlocutore.

Nessuno regge un “Nun puoi capì. Na merda vera.”.

C’è il risolutore che deve per forza sminuire tutto quello che ti accade “Scusa, ma se hai problemi economici, perché non investi sull’eolico?”, “Scusa, ma se stai male, non potresti guarire?”, “Scusa, ma se hai problemi sentimentali, perché non divorzi, ti trovi un* altr*?”, “Scusa, ma se hai problemi con la casa, non potresti comprarne una più bella, più, grande, magari sull’Aventino? Non ci avevi pensato?”, “Scusa, ma…”
No, non ti scuso, né ti sopporto.

Nessuno regge un “Potrebbe andare meglio, sono fortunata, privilegiata, la mia vita scorre, ma sì, porca miseria, potrebbe andare meglio e me lo meriterei pure.”

Quindi non so a voi, ma a me va sempre “bene, grazie.”


Caterina

[foto con due extraterrestri, dicembre 2023: entrambi stanno bene. Grazie.]