Les JO
La cerimonia d’apertura è pacchiana, no è blasfema. Oppure è la Grandeur di un Paese che ricorda al mondo che senza di loro non eravamo “illuminati” verso la lotta per i diritti, quelli di tutti, delle donne. E se vi è parso tutto troppo da Pride, ma andateci ai Pride e respirate forza e allegria e gente che lotta anche per i vostri neuroni pigri, cuori spenti. Egonu è italiana, mia nonna era ligure, l’altra nonna marchigiana, io so de’ Roma. Tamberi è troppo magro, sta sempre sui social, eh ma si sapeva che avrebbe saltato l’oro, intanto tu sul divano digli grazie e poi taci. Tahiti è lo sfondo del pc che tutti vorremmo, però è vera, poi spostiamoci più in là e ricordiamo come stanno. La Senna è marrone, ma un Paese ha provato a inseguire un’utopia bellissima, pulire, rendere i Giochi più eco, vuoi mettere il piacere di prenderli in giro, la Senna è marrone e noi ridiamo dei Francesi – io li ammiro, tanto lo sapete tutti – hanno fatto sfilare le squadre nei bateaux mouches, voi non l’avevate nemmeno mai pensato. Egonu è italiana e Furlani è romanista, daje, ragazzì, daje. Sarah e Jasmine e Lorenzo e questo tennis che ora vi piace, dopo che l’avete preso in giro chiudendolo in scatole di plexiglass, è la racchetta dei miracoli di una generazione che ci strugge di meraviglia. Troppe medaglie di legno, quelle del quarto posto, ma al Quirinale andranno lo stesso alla corte di un uomo che è la nostra medaglia d’oro, ricordatevelo, coi tempi che corrono. La scherma, non c’ho capito niente, ma ogni stoccata tremavo e brindavo, tremavo e poi esultavo, ragazze, ragazze mie, ma se ne sono accorti tutti, nel Bel Paese, che ogni sport, nella Ville Lumière, è una roba da donne? E mi vergogno ma poi mi ispiro a queste storie, vado a correre con 40 gradi, mentre attorno scuotono la testa, alla mia età, trascuro la prole, trascuro il lavoro, sono penosa. Egonu è italiana, forse l’ho già scritto, ma non è un’italiana qualsiasi, è una che è solo la migliore al mondo in quello che fa e voi, che avete votato il generalissimo, l’oro della sua medaglia l’avreste dato alla patria come vi disse quello che ammazzò qualche milione di italiani in una stupida guerra? Il ciclismo va velocissimo, io mi fisso e prego non cadano, lo so che dovrei pregare perché arrivino primi e ci arrivano, eh, uomini e donne, ma ho il terrore che cadano. C’è uno in tv che dice che questo lombardo tatuato dal sorriso che incanta non ha vinto la medaglia, però a me non sembra normale che abbia portato di nuovo il mio Paese nella finale degli uomini più veloci del mondo, non ci sono avvezza e quanto è olimpionico allora aver reso un’abitudine l’eccezione? Skeet misto, pensavo fosse una roba a rotelle, no, è tirare al volo e prendere una medaglia d’oro unisex. Il windsurf, il canottaggio, m’è venuta voglia di buttarmi in acqua, di raggiungere il vento, di affidarmi al ritmo dei remi, delle pagaie. Se tiro un nastro in aria, mi sa che lo riprendo in fronte, e pure la clavetta e pure la palla, ma io al massimo sono pipistrello. Baciare la ragazza è straordinario o se ami qualcun* è naturale correre a baciarl*? Eccezionale è vincere l’oro, meglio ancora su Israele-la-sanguinaria, poi vabbè, sì, un bacio alla ragazza ci stava proprio bene e chissà se la madrecristiana dalla tribuna in cuor suo non abbia sognato un amore così romantico. Egonu è italiana, e scrive il famoso giornalista che è finanche integrata, lui invece fa un mestiere per cui dovrebbe saper usare le parole, a me pare che non ne conosca il significato. Nel dubbio, io corro, le mie coetanee sono mamme migliori di me, lavoratrici migliori di me, non buttano il loro tempo. È un quarto posto, non ti vergogni, non c’è da esultare, però rappresentare i sogni di qualche decina di milioni di scemi come me, penso sia da festeggiare, ovunque tu arrivi, tu sei lì, sei Benedetta dal nome e dal nostro amore, tu sei lì e noi no. Egonu è italiana e i pugni della ragazza algerina sono pugni di ragazza, ma di una ragazza che lotta contro tutti i malati, reazionari, fascisti, sono pugni di ragazza e sono pugni d’oro, diglielo, Imane a quelli là. Madison, ma che vuol dire? Sembra il cinema di quand’ero universitaria, uh, che ricordi! Oggi l’hanno chiuso, fanno così con tutte le sale… Madison, di nuovo? Eh, sì, hanno vinto due volte, sono cose di famiglia. Le afgane ci ricordano che non possono nemmeno andare a scuola, vicino c’è Versailles e la storia in alcune zone del mondo non è poi così cambiata. Dressage nemmeno so che vuol dire, o breaking, che però ho visto perché curiosa. Saltiamo (e non siamo bischeri, hai ragione, Iapichino!), picchiamo, nuotiamo in piscina e nel fiume per cercare la fede, che l’abbiamo persa. Insultiamo gli atleti, li deridiamo sui social, li denigriamo in tv. E odiamo i Francesi, quello sempre, da sempre, però… però a voce bassa, non lo dite in giro, io vi amo cugini d’Oltr’Alpe, sono così poco italiana in questo, voi adottatemi, annettetemi all’Esagono, e la vostra lingua, cultura, storia, datemi tutto. Ora che si passerà dalla vostra eleganza a quei pacchiani luridissimi governatori del mondo, vi rimpiangerò. Comunque, correrò anche per Los Angeles, correrò come Tom Cruise che salta dal cielo, e sale sulla moto, mi farò dire patetica, sei vecchia, ma non mi fermerò, preferisco essere una vecchia patetica che non si ferma. Farfalle, farfalline, fate e fatine garbate e leggiadre, setterosa, nomignoli, di chi sei amica, non lo ricordo? Fa paura, dà fastidio che la maggior parte delle medaglie d’oro le abbiamo vinte noi? Il futuro è donna… ma scherzi? Lo è già il presente! Il passato è vecchio, è stantìo, è maschio, è un generale che non si accorge che può recidere i fiori, li può pure bombardare, disintegrare, ma la primavera arriverà lo stesso, come l’oro al collo di una ragazza veneta che si chiama Paola Egonu.
Caterina
[foto dell’autrice, merletto di torre metallica dell’Ottocento, nella seconda città più bella del mondo, qualche anno fa]