Ciascuno in suo pensier farà ritorno
Sul finire dell’estate, ho nostalgia di tempi che non ho nemmeno vissuto.
Ascolto voci che fatico a ricordare, malinconica; e so che mi spiegano quello che non voglio imparare, ma non è vero che mi hanno insegnato, non hanno fatto in tempo, prima di sparire dalla mia vita.
Nella lunga domenica sera che è agosto, ho nostalgia dei momenti in cui ho scelto. E sceglierei altre strade. Ma sceglierei pure questa che sto calpestando ora, per cui chissà quale orribile nausea prova il mio stomaco nel continuo altalenare tra ciò che sono e ciò che avrei potuto essere.
Nelle giornate che non voglio vedere né sapere che si stanno accorciando, ho nostalgia di viaggi che ho fatto, di come li ho fatti, di chi li ha fatti con me.
E pure di viaggi che non ho fatto, di come non li ho fatti e di chi non li ha fatti con me.
Ho nostalgia della macchina con il cambio manuale e del mercato di Aix-en-Provence, dell’allattamento sudaticcio a luglio, di quando non sapevo come finiva Harry Potter, delle parole che non ti ho detto e di quelle che purtroppo ti ho detto, del Rocci tenuto in grembo per la via Appia.
Arriverà settembre, ma non più il fresco, in questo perenne, malatissimo caldo, ma arriverà settembre a ridarci la realtà, schiaffeggiarci con la quotidianità; sarà un settembre di inizi identici e di cupide zanzare; un settembre in cui non avremo più il tempo né la poesia di pensare a cosa ci manca, a quel luogo magico, a quel tempo unico, che è la nostalgia.
Caterina
[foto dell’autrice, tramonto mentre saliva sopra le nuvole, in un paesino trentino, luglio 2024]