La passeggiata
Dismesso il motorino dopo una gelida giornata di rinnovato inverno d’aprile, si incamminò per il suo quartiere. Guardava i negozi, sentiva scampoli di discorsi, pensava a quella poesia novecentesca così matta e innovativa.
Poi si fermò nei suoi pensieri grandi – “non voglio farti male, ma non voglio nemmeno fare male a me” – e nei suoi pensieri piccoli, quelli quotidiani, che sembra che non contino niente e invece mandano avanti le vite.
Si fermò nel piccolo pensiero che le era giunto via cavo da una voce amica:
“L’arrivo della bella stagione aiuterà.
Si ha più voglia di uscire, di non stare chiusi in casa. Di vedere gente e divertirsi.”
Sarà. Però intanto si allungano le giornate. E le ore di sole si moltiplicano, diventano incredibilmente troppe.
Troppe da riempire, con giustificazioni dell’esistenza.
Insomma, per farla breve, alla fine della sua passeggiata, proprio mentre infilava la chiave nella porta di casa, giunse a questa considerazione:
E’ eccessivamente lungo il giorno estivo, per chi deve sopravvivere.
Anna Eva Laertici
(si ringrazia Aldo Palazzeschi…)