Ego me absolvo

Ego me absolvo

2 Ottobre 2023 2 di Caterina

Professoressa, oggi per costruire il viaggio della mia riflessione, inizio il post con le regole per la stesura del tema a scuola che mi insegnò Lei:

  • Introduzione: c’è la regola
  • Parte centrale: a me non piace la regola
  • Conclusione: quindi faccio come mi pare.

Pensiamoci.

Quante persone conosciamo che, data una legge da rispettare, decidono serenamente che vale per tutti, ma non per loro? E su quante regole anche noi stessi ci autoassolviamo, magari finanche compiaciuti?

Ecco, ‘sta roba di andare in deroga tranquillamente a un dovere è uno dei mali tipici dei miei connazionali che mi dà la sensazione di soffocamento.

(Prima che si dica “non siamo tutti così” o simili, è vero, non si fa di tutt’erba un fascio, ci sono le eccezioni, bla bla bla. Esiste però anche il concetto di Volksgeist o quello di esprit du peuple, quindi, perdonatemi)(e poi ahò, a me il blog deve farmi anche da terapia, e che cavolo, fateme sfogà)

L’abitudine all’autoassoluzione si può leggere in alcune notizie sui giornali, osservare nei comportamenti delle persone che mi circondano nel quartiere, in fila nei negozi, per le strade.

Torno a Lei, professoressa, e porto come in ogni tema che si rispetti un esempio di ciò che intendo.

Maria per pochi istanti ferma la macchina in seconda fila: non aveva il tempo di cercare parcheggio, l’ha lasciata per poco, non può aver dato fastidio. Giulia vede e pensa che non è una pessima soluzione, c’è di peggio, lo fa anche lei, è comunque sempre per poco tempo, e poi lì è un luogo dove non dà fastidio a nessun’altra vettura, semmai, forse all’autobus, speriamo non passi proprio in quei minuti. Sofia a quel punto arriva, beh, ma qui c’è l’abitudine a lasciare la macchina in doppia fila, è evidente, allora vi posiziona anche la sua, che male c’è, deve stare dall’estetista per un’ora, ma potrebbe scrivere un biglietto, oppure chiedere alla ragazza al desk se ogni tanto si affaccia per controllare che nessuno suoni…

Poi giunge Drusilla. Si danna per mezz’ora a cercare parcheggio, non lo trova, decide di pagare un garage privato per il tempo che le occorre. E lo racconta a Maria, a Giulia, a Sofia. E viene bonariamente schernita. Viene stigmatizzato il suo comportamento come eccessivo, come pignoleria. Drusilla esce da questa narrazione come pedante e anche un po’ scema, dovrebbe vivere più serenamente e non mettersi paletti inutili dettati solo dalla sua coscienza. E dalla legge, aggiunge Drusilla, prendendosi lo sbuffare di Maria, Giulia e Sofia dritto sul volto.

Ora, l’esempio della macchina in doppia fila è banale, per noi che siamo qui a Roma più che una deroga è la vera legge, ma calzante. Non è quello l’episodio che mi ha fatto riflettere qualche mattina fa, ma se scrivo su un blog pubblico devo pur costringermi a camuffare le situazioni. Fatto sta che seguire le regole diviene in alcuni contesti l’eccezione. L’Italiano medio è professionista nell’autoassoluzione, è l’essere umano che va in deroga.

Si diffondono e propagano due frasi in particolare, che ogni volta che sento mi fanno venire i conati di vomito ai timpani, la pelle d’oca ai padiglioni auricolari:

  • Ma fanno tutti così!;
  • Si è sempre fatto così.

La prima non è mai vera. Tanti, semmai. Non tutti. C’è differenza. E comunque, anche fossero realmente tutti, se tutti fanno una stupidaggine, d’improvviso la stupidaggine si traveste da saggezza?

Ugualmente, si è sempre fatto così non azzera l’errore, lo perpetua saecula saeculorum, alimentandolo e creando a catena altri problemi.

Siamo degli arresi, siamo destinati a finir male, se smettiamo di essere orgogliosi d’essere nel giusto, se ci vergogniamo del nostro aver seguito la regola.

Lasciamo che questo blog oggi faccia servizio pubblico e dispensi consigli. E dunque che si risponda a:

  • Fanno tutti così: con un sorridente, sereno e solare “Io no!”
  • Si è sempre fatto così: con un puntuale, ficcante e romanissimo “e sti cazzi”.



Caterina


PS.

Professoressa, la parolaccia ci stava bene, non si adombri. Sono cambiata, ma meno di così.

E, poi, tutti fanno così. Proprio io devo essere l’unica ad attenermi alla regola di non dire/scrivere parolacce?

Io vado in deroga!



[Foto dell’autrice, Pitigliano (GR), maggio 2022]